Sono molte le persone che per migliorare il proprio stile di vita, per etica o semplicemente per gusto scelgono di diventare vegetariane. E questo spesso comporta dei disagi nel momento in cui si decide di andare a mangiare fuori, sia perche’ gli amici non vegetariani potrebbero aver voglia di una bella bistecca al sangue, sia perche’ non tutti i ristoranti in Italia tengono conto di possibili avventori vegetariani.
Da neo vegetariana conosco bene il problema. Mio marito e’ un carnivoro convinto, e ama molto la carne alla griglia e la cucina romana. Alcuni giorni fa eravamo alla ricerca di un ristorante dove cenare gustando piatti tipici romani. Non sapendo dove andare ci siamo fatti consigliare da alcuni amici. Il ristorante in questione si trovava a una ventina di chilometri, ma ci siamo avventurati pregustando l’ottima cucina casereccia tanto decantata.
Arrivati, una scritta mi fa presagire di aver fatto tutta quella strada invano: “Specialita’ carne alla brace”. Confidando in una scelta piu’ vasta ci siamo ugualmente diretti all’interno per chiedere informazioni. Il cameriere, costernato, mi comunica che nel menu’ non c’era un solo piatto senza carne. Perfino i primi prevedevano l’utilizzo di carne per la preparazione.
Sbalordita, e anche un po’ delusa, ho trascinato fuori dal ristorante un marito riluttante che mi fulminava con lo sguardo, maledicendomi per le mie scelte alimentari. Abbiamo girato per altri quaranta minuti alla ricerca di un ristorante che poteva soddisfare i gusti di entrambi. A quel punto ho pensato: “Possibile che un vegetariano non possa mangiare cucina casereccia senza imbattersi in guanciale o lardo?”
Eppure sono tantissimi i piatti tipici della cucina romana in cui non e’ previsto l’uso della carne. Basti pensare alla concia di zucchine, ai carciofi alla giudìa, o anche alle penne all’arrabbiata, e come dimenticare la buonissima cicoria ripassata. Insomma i piatti ci sono, forse quella che manca e’ un’attenzione dei ristoratori a chi non mangia carne. Basterebbe aggiungere un’insalata al menu’.
Per questo mi piace l'Osteria Allegro Pachino a Roma. Il loro menu’ infatti e’ ricchissimo di piatti della tradizione che sia i vegetariani classici sia i vegani possono mangiare, mentre gli amici carnivori si abbuffano di carbonara e abbacchio allo scottadito, a un passo dalla fontana di Trevi.
Da neo vegetariana conosco bene il problema. Mio marito e’ un carnivoro convinto, e ama molto la carne alla griglia e la cucina romana. Alcuni giorni fa eravamo alla ricerca di un ristorante dove cenare gustando piatti tipici romani. Non sapendo dove andare ci siamo fatti consigliare da alcuni amici. Il ristorante in questione si trovava a una ventina di chilometri, ma ci siamo avventurati pregustando l’ottima cucina casereccia tanto decantata.
Arrivati, una scritta mi fa presagire di aver fatto tutta quella strada invano: “Specialita’ carne alla brace”. Confidando in una scelta piu’ vasta ci siamo ugualmente diretti all’interno per chiedere informazioni. Il cameriere, costernato, mi comunica che nel menu’ non c’era un solo piatto senza carne. Perfino i primi prevedevano l’utilizzo di carne per la preparazione.
Sbalordita, e anche un po’ delusa, ho trascinato fuori dal ristorante un marito riluttante che mi fulminava con lo sguardo, maledicendomi per le mie scelte alimentari. Abbiamo girato per altri quaranta minuti alla ricerca di un ristorante che poteva soddisfare i gusti di entrambi. A quel punto ho pensato: “Possibile che un vegetariano non possa mangiare cucina casereccia senza imbattersi in guanciale o lardo?”
Eppure sono tantissimi i piatti tipici della cucina romana in cui non e’ previsto l’uso della carne. Basti pensare alla concia di zucchine, ai carciofi alla giudìa, o anche alle penne all’arrabbiata, e come dimenticare la buonissima cicoria ripassata. Insomma i piatti ci sono, forse quella che manca e’ un’attenzione dei ristoratori a chi non mangia carne. Basterebbe aggiungere un’insalata al menu’.
Per questo mi piace l'Osteria Allegro Pachino a Roma. Il loro menu’ infatti e’ ricchissimo di piatti della tradizione che sia i vegetariani classici sia i vegani possono mangiare, mentre gli amici carnivori si abbuffano di carbonara e abbacchio allo scottadito, a un passo dalla fontana di Trevi.
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